10 set 2012

Felicità

Felicità
è alzarsi con
una bella canzone.
Felicità 
sono i tuoi
occhi dentro i miei.
Felicità
è vivere ogni giorno
per se stessi.
Felicità è dentro di me,
so che c'è, 
inizio a vederla. 

8 set 2012

Il sole dentro e fuori


Torna il sole
a illuminare questo cielo
che non vedevo più azzurro.
Torna la luce,
dentro l'anima 
una volta buia. 
Torna il sorriso
sul mio viso
e negli occhi.

5 set 2012

Viaggio dentro me


Chiudendo gli occhi mi ritrovai in un’oasi. Intorno a me c’era il deserto, arido, senza vita, con dune di sabbia altissime che sembravano montagne, ma io avevo trovato il modo di rifugiarmi in quel pezzo di terreno fertile, come avevo fatto non lo sapevo nemmeno io. I miei pensieri dovevano essere davvero forti se riuscivo a spostarmi da un luogo all’altro. In quell’oasi c’era un pozzo, posto proprio al centro, circondato da una serie di grandi salici che, con le loro fronde, ne toccavano il lembo. Sembrava un paesaggio astratto, che non corrispondeva a nulla di reale. Ma io riuscivo a vederlo, i miei occhi ne erano rapiti. Mi avvicinai al pozzo, tremando per la paura e la allo stesso tempo con una fortissima curiosità. Piegai la testa per vedere il fondo. Era buio pesto, ovviamente, ma riuscivo a scorgere una piccola luce, come un riflesso del sole sull’acqua. Presi un secchio e lo calai giù, volevo bere. Con le mani a coppa sorseggiai da quella fonte fresca e dissetai tutto il corpo, persino l’anima sembrava come ristorata, mi sciacquai la faccia, le braccia, sentendomi come nuova, ripulita, rinnovata.
Chissà se i pensieri avevano subito la stessa trasformazione. Volevo guardarmi dentro e per farlo, come al solito, chiusi gli occhi. L’acqua aveva avuto un effetto tonificante anche per la mente. Sentivo che, anche dentro, quel buio si stava piano piano dissolvendo. Dal deserto in cui mi trovavo mi spostai in una spiaggia bianca, bellissima, con granelli finissimi dentro cui crogiolavo i miei piedi. Alzai la testa e con gli occhi fissai a lungo il mare. Le sue onde, col loro placido andare e venire, mi avevano sempre dato un senso di pace. Mi tolsi completamente i vestiti, volevo fare un bagno, sentire l’acqua sulla pelle, nuotare a bracciate larghe e piene.
Ero lì, da sola, e potevo fare tutto questo. Non ci credevo, non ero più io, ero un’altra persona. Ma, forse, quello che stavo vivendo era solamente un sogno, avevo chiuso gli occhi e solamente in questo modo, ero riuscita ad arrivare prima sulla montagna, poi dentro quell’oasi meravigliosa, ora al mare. Eppure, anche se era un sogno, ero io quella persona. Io a volare in alto, a camminare, a nuotare. Potevo farlo, sapevo che era nelle mie possibilità. Dovevo solo crederci, avere dentro me sentimenti positivi e di fiducia

6 ago 2012

Viaggio dentro me



La notte è appena cominciata. Di solito passa parecchio tempo prima che riesca ad addormentarmi e così vago nei pensieri. Pensieri belli e brutti, di ogni tipo, si affollano tutti insieme e sembra che vogliano fare a pugni tra loro, come dei pugili durante un incontro. Chiudo gli occhi, e ascolto il mio cuore. Come un tamburo lo sento battere dentro il petto, non sono regolari i suoi ritmi, lo sento. E respiro, respiro lentamente, con calma. Mi siedo a gambe incrociate, lascio che le sensazioni scorrano in me, come vortici. Mi sento afferrare le braccia. Vedo uno strano personaggio; con gambe umane e ali d’aliante questo individuo mi prende e mi conduce con sé. Vuole farmi vedere il mondo dall’alto, da un'altra prospettiva.
Io lo seguo, fiduciosa ma anche intimorita. “Ho i capogiri, le vertigini”, continuo a pensare. Ma, allo stesso tempo, è come se questo strano personaggio abbia su di me un potere rilassante. La sua presenza mi tranquillizza. So che vedrò cose meravigliose da lassù. Salendo sento l’aria sul viso ma è come se non riuscissi a respirarla. Mi viene sbattuta in faccia e ogni tanto tendo a chiudere gli occhi perché è come ricevere tanti schiaffi. “Magari mi ci vogliono anche questi”, penso.
L’animale, o umano, o non so come definirlo, mi fa scendere su un monte molto alto. Ho paura, non voglio rimanere lì da sola. Lo supplico quasi di rimanere lì con me. E lui mi risponde, quasi seccato : “Oh su non fare la bambina, io ti lascio qui, ti è necessaria questa solitudine lo capisci?”; no, non lo capivo. Io non ci stavo bene da sola, o meglio, si ci stavo bene ma in quel luogo desolato, distante da tutto il resto, mi sentivo perduta, senza alcun appoggio. Lui mi sorrise e mi disse ancora: “Abbi fiducia in te stessa, sei più forte di quanto credi”. Io sapevo di esserlo ma non ne ero pienamente convinta. Avevo sempre una sorta di paura, di terrore quasi.
Terrore, ma di cosa? Continuavo a pensarci, a scervellarmi costantemente senza riuscire a capire. Assurdo quello che mi stava capitando. Ma anche bello. Devo solo cogliere il senso di tutto questo. E osservando la vallata sottostante quell’alto monte dove ero seduta, piena di colline verdeggianti, di alberi rigogliosi, chiusi lentamente gli occhi. Avevo bisogno di rilassarmi, di non pensare più a nulla.


4 ago 2012

Amor

Amor leggiadro,
come farfalla 
voli lassù.
Amor desiderato,
come fuoco
bruci quaggiù.
Qui l'amor vive
come cuore,
batte.


23 lug 2012

Quella che sono

Mentre la pioggia scende fluiscono i pensieri. Vorrei lasciarli andare via, che scorressero dentro me fino a farli scomparire del tutto. Non sono quella donna forte che vorrei essere, non sono coraggiosa e senza paura. Anzi, ho così tanti difetti che nemmeno li conto più. E sono difetti che, a volte, sembrano proprio intrinsechi della mia natura, quasi come se senza di loro io non fossi me stessa. Ma io vorrei cambiare, essere diversa, camminare da sola, con le mie gambe, senza poggiarmi ai muri per paura di cadere. Vorrei sentirmi sicura dei miei sentimenti, che a volte vacillano, o si sentono vacillare per colpa di pensieri altrui che non mi appartengono. Perchè gli altri sono così importanti? Perchè il loro giudizio per me vale più di quello che penso io di me stessa? Dovrei amarmi senza pensare a loro, piacermi per quella che sono, coi miei limiti e le mie fragilità, senza per questo sentirmi colpevole di chissà quali cose. Io sono così, non sono perfetta, ma posso farcela ugualmente a camminare da sola, dritta, posso e devo farcela. Per vivere finalmente la vita come desidero io, per volare con le mie ali.

27 giu 2012

La capitale dei sogni.

Roma, le sue meraviglie,
gli occhi incantati
osservano ogni cosa.
Si riempiono di bellezza,
passando dalle piazze 
alle statue di Bernini, ai Caravaggio.
La simpatia dei romani,
la loro gentilezza,
riempiono il cuore.
Si torna a casa arricchitti,
io e il mio amore,
e pieni di gioia.
Anche per degli incontri
speciali che hanno costellato
queste giornate. 

18 giu 2012

Siamo come acqua

Siamo pieni d'acqua all'interno,
l'acqua è il nostro elemento naturale,
primordiale, viviamo d'acqua.
Così sguazzare nel mare blu
mi fa sentire protetta,
come dentro un guscio.
E mi sento libera,
come una sirena,
libera e serena.

6 giu 2012

Pensieri naturali

Mi immergo nel verde,
ascoltando i suoni
della natura.
Gli uccellini cinguettano,
le farfalle svolazzano
con ali colorate e lucenti.
Un albero abbraccio
per ricevere la di sua
energia.
La mia anima vibra,
viva la sento
smuovere sogni in me.

4 giu 2012

Luce tra le nubi

Cielo dapprima grigio,
poi sereno
m'investe dentro.
Le nubi lasciano
spazio al sole
che è in me.
Così, sorriso dopo sorriso,
passo dopo passo,
si cammina.
La meta è laggiù,
la scorgo da lontano,
se solo sbircio tra la luce.
Gli occhi accecati
si distendono,
per osservare meglio.
L'azzurro riempie il cuore,
luminoso è il giorno
che mi accoglie. 

27 mag 2012

Folla di pensieri

Giorni strani,
pensieri affollati,
di sensazioni diverse.

Come le montagne russe
si va su e giù,
come un treno in corsa.

Voglio fluire
come il vento,
volare via.

Ma i miei tempi
sono calmi,
tranquilli.

Procederò
a piccoli passi,
superando ogni ostacolo.
 

24 mag 2012

Vita che scorre

Energia che viene dall'amore, 
che prendo dal mare,
stretta tengo dentro me
Vita che scorre,
che mi riempie
come fiume in piena.
Inonderò il cuore
di desideri, di leggerezza,
rompendo ogni argine.


18 mag 2012

Una settimana da ricordare.

Ci sono giorni qualunque, che passano sul calendario senza lasciare alcun segno. E poi ci sono giorni speciali, quelli che si vivono col cuore a mille e aspettandosi sempre che accada qualcosa. Ecco, io ho trascorso sei giorni d'amore, sei giorni romantici, fatti di coccole, pranzi e cene,  di risate e di tanti baci. E' stata una piccola convivenza, quasi, che ci voleva nel nostro amore a distanza. Perchè vivendosi tutti i giorni ci si conosce ancora meglio, si entra dentro l'anima e il cuore dell'altro ancor più profondamente e intimamente. Poi si fanno cose da coppie normali, dico io, tipo andare a far la spesa al supermercato, tenendosi abbracciati teneramente tra uno scaffale e l'altro. Ho cucinato per lui, per la prima volta, l'ho fatto con gioia e tanto amore. E poi quelle confessioni dolci, quelle che si fanno solo in questi momenti, perchè appunto, ci si vive, ci si sta accanto tranquillamente, come se si avesse tutto il tempo del mondo. Ma poi passa, anche quel tempo vola, e si torna a casa, ancora più ricca d'amore, con ancora tanti ricordi da tenere custoditi dentro il cassetto della memoria, sempre più pieno di fotografie indelebili della nostra vita insieme. 

9 mag 2012

I veri eroi.

In un tempo in cui si indicano come eroi i naufraghi dell'Isola dei famosi è bene ricordare che i veri eroi sono altri: uomini come Peppino Impastato, per esempio, che hanno dedicato la loro vita alla lotta alla mafia, nonostante anche la sua famiglia fosse implicata e definita da lui stesso mafiosa. Lui morì per un ideale vero, per una battaglia che durò per tutta la sua esistenza. Sono questi gli esempi di eroi di cui dobbiamo nutrirci. 
In tempi di crisi dobbiamo ricordare che ci sono uomini che si battono per la giustizia, perchè tutti possiamo vivere una  vita degna di essere definita tale.
I veri eroi sono anche quelle persone che giorno dopo giorno vanno avanti con tanti sacrifici e pochi soldi. 
Sono quelli che non si arrendono di fronte alle difficoltà. Quando sento dei tanti suicidi di questi giorni impallidisco e penso ai tanti che non hanno lavoro eppure vanno avanti, sorridendo e dando un calcio alle difficoltà, perchè la vita è una sola e ci è stata donata, noi tutti siamo unici e preziosi e dovremmo ricordarcelo ogni giorno.
I veri eroi siamo tutti noi, noi che viviamo e tiriamo avanti, tutti noi che sognamo ancora, nonostante tutto.

7 mag 2012

Pensieri come stelle
si accendono
nella buia notte.
Sentimenti veri
chiedono di vibrare
fuori e dentro il cuore
Amore chiama
io rispondo
con tutto di me.

3 mag 2012

Quadro di natura

Lento defluisce il fiume
tra i monti incastonato
come un raffinato gioiello.
Così prezioso
che giungono a noi
luminosi riflessi di luce. 
Cerchiamo di catturare
tanta bellezza con uno scatto,
e con gli occhi.
Rendiamo così l'anima nostra
simile a questo prodigioso
immenso quadro naturale. 


2 mag 2012

Come cielo

Lo sguardo levo al cielo
col vento che scuote
degli alberi le fronde.
Vibra la musica di Listz
nel cuore
colmo di pathos.
E osservo
della natura lo spettacolo,
con crescente emozione.
Diverrò pur io cielo,
le ali mie spiegherò,
senza più paura alcuna. 



1 mag 2012

L'infinito negli occhi.


Lo sguardo si perde
verso l'infinito,
vola lontano.
Immense
distese di verde,
dalle diverse sfumature,
si stendono di fronte a noi,
come un variopinto tappeto.
Estasiati da tanta bellezza,
osserviamo la foresta,
e i cucuzzuli di roccia.
Per poi correre
con gli occhi fino a valle,
dove la pianura prende
il posto delle colline.
Si scorge il mare,
nei giorni più limpidi, 
quanto basta a sognare.
Immersi nella pace
silensiosa della natura,
i nostri cuori battono
all'unisono,si ode
il tenue chiasso dei baci. 

28 apr 2012

Un sogno

Mentre lentamente
avanza la notte,
affiorano i pensieri.
Un mondo fatato
compare,
come un sogno.
Ci sono folletti,
gnomi, creature
dei boschi.
Come uno scrigno
tutto ciò 
mi accoglie.
Fino a che
anche io divento
una piccola fata.
Con la mia bacchetta
illumino gli occhi
e i cuori.
Tutti sorridono
al mio tocco,
sussurrando un grazie.
Felice mi sento,
luce dono,
sogno vivo.


26 apr 2012

Amicizia.


Due leggiadre fanciulle
cantano e danzano
baciate dal sole.
Sorridono felici
alla luce che
le illumina.
Sono amiche,
si scambiano affetto
e sguardi d'intesa.
Sentono la loro amicizia
come dono prezioso
che riempie loro il cuore.
E in questo pomeriggio
assolato, continuano
a danzare, insieme ai loro sogni. 

23 apr 2012

Attendendo la primavera

Fiori d'arancio profumati
vibrano nell'aria,
leggermente scossa dal vento.
Fronde di alberi
scendono giù
fino quasi a terra,
per carezzare il viso.
Cielo coperto di nubi.
poi luminoso
poi ancora  coperto,
come un puzzle impazzito.
Primavera si ascolta,
nell'aria che balla,
si sente,
negli olezzi odorosi.
Arriverà anche il sole,
illuminerà le giornate,
i cuori,
i nostri sorrisi. 


18 apr 2012

Pensieri

Pensieri
come flussi,
si fermano.
Poi corrono,
veloci e sbattono
contro muri di silenzio.
Pensieri dentro me,
chiedono di uscire,
di venire alla luce.
Sapessi almeno
di quali pensieri
sono fatta.

15 apr 2012

Esercizi di scrittura. Descrizione di un personaggio.

Giulia era una donna come tante. Solo 38 anni ma si sentiva già vecchia quando si osservava allo specchio e intravedeva le prime rughe che segnavano il contorno occhi e quelle borse che ogni mattina diventavano più grandi. Il viso tirato, quasi mai sereno, contribuiva poi a dare alla sua persona un'aria stanca e trasandata. Chissà da quanto tempo non andava dal parrucchiere. I capelli le incorniciavano il viso in maniera scomposta e disordinata. Li avrebbe voluti lisci come seta ma col tempo si erano trasformati ed erano diventati mossi senza un vero senso, come la sua vita.Un matrimonio, fallito, ma a cui restava aggrappata per paura. Fallito perchè senza amore, dal primo giorno. Si chiedeva ancora perchè avesse sposato quell'uomo, perchè ci aveva concepito anche una figlia. Perchè ogni notte subiva la violenza fisica nel suo stesso letto, quando avrebbe dovuto solo scappare, andare via. La sua mente cominciava a non dare più segni di lucidità. Faceva cose assurde, solo perchè dominata da un'ansia tremenda. Metteva il sale nel caffè, si vestiva spesso in modo ordinario, con calzettoni che avrebbero fatto paura a qualsiasi uomo l'avrebbe incontrata per strada. Cappotti lunghi, che le coprivano le cosce che iniziavano a ingrossarsi di cellulite, pantaloni da mercato e maglie sformate completavano un look da sessantenne. La sua paura di essere in qualche modo ammirata dagli uomini la portava a vivere in questo modo. La sua non era vita, se lo ripeteva ogni giorno. E quella mattina, dopo l'ennesima notte di violenza, aumentata dall'afa insopportabile, nonostante fosse già fine settembre, Giulia, osservandosi allo specchio, si disse che era ora di dire basta. Non sapeva ancora come ma quella vita doveva finire. 

13 apr 2012

Come barca in mezzo al fiume.

Quando i pensieri escono fuori ci si trova come in mezzo a un fiume, come una barchetta sbattuta dalla corrente. All'inizio la sensazione è di leggerezza, i pesi si dissolvono come neve al sole ma allo stesso tempo, quando non ci sono più, si crea quasi un vuoto dentro che ha bisogno di essere colmato. Ed è così che mi sento oggi, dopo la seduta di ieri. La mia barchetta va, ma non si sente sicura, ha bisogno di un'ancora forte, di un porto dove ormeggiare le vele che al vento si gonfiano e fanno paura. So di essere io quel porto, il mio porto sicuro sono i miei sguardi interiori, la mia anima, il mio cuore, devo solo imparare ad apprezzarli, a vedere quanto di meglio c'è in me, quanto di positivo riesco a trasmettere a me stessa e agli altri.
So che ne sono capace, perché in passato ci sono già riuscita, e ce la farò ancora, a uscire da questo tunnel, in fondo laggiù, la vedo già la luce, solo che è piccola, deve crescere e illuminare il mio cammino, perché sia di nuovo forte e sicura di me.

11 apr 2012

Vita in movimento.

Sole,pioggia,
dentro me
confusi.
Tempo passato,
si intreccia
col presente.
Testa in contemplazione,
che medita su se stessa
e gli altri,
Tutto intorno è vita,
tutto dentro lo sarà
quando lo vorrò.
Volerò, penserò
che sono davvero io,
io e nessun altro.

5 apr 2012


Fino alla resurezzione


Testa di pensieri
pesanti come macigni,
intrisi d'umidità.
in questo grigio giorno
che precede
la passione di Cristo.
Quando la mente
è prigioniera
del dolore,
anche i sentimenti
sono un pò
come sospesi.
Ma pochi giorni
ancora e ci
sarà rinascita,
con la Pasqua
che farà rifiorire
anche il cuore.
E in un amen di gioia
le mani si giungeranno
per una preghiera,
che salirà
fino al Cristo risorto.


27 mar 2012

Amore di primavera

Amore di primavera,
che sbocci
col sole nel cielo blu.
Stammi vicino
come solo tu
sai fare.
Guarda i miei occhi
pieni di te,
di quello che sei.
Bacia le mie mani,
il mio viso,
la mia bocca.
E portami lontano,
come fai sempre,
nel nostro mondo.

21 mar 2012

Primavera, tempo di...

La primavera è tempo di rinascite. Il sole ci dà vita, ci riscalda l'anima e il cuore. I fiori sugli alberi emanano un dolce profumo che inebria e rende felici. Dopo un lungo inverno, il corpo e le sue membra si stiracchiano, si allentano e tornano a camminare all'aria aperta. Alzando gli occhi al cielo si scorge l'azzurro. Io ho voglia di abbracciare tutti in queste giornate splendide, ho voglia di incontrare persone, di ridere, di cantare, di ballare. Nonostante il sonno sia poco in questi giorni sono emozionata, vedrò il mio amore venerdì, amici il sabato con cui passerò una notte sfrenata. Mi attendono momenti di gioia pura e voglio godermeli tutti.

2 mar 2012

Due vite, un destino

Sei

Giunse  al bar quasi col fiatone;  la passeggiata l’aveva stancata, da tempo non camminava tanto, le gambe erano come bloccate, andavano avanti come  fossero trainate da una gru. Si sarebbe riposata, avrebbe preso un caffè prima di presentarsi alla proprietaria. Entrò dentro il bar piano piano osservando quello che aveva intorno. Era davvero carinissimo. Un lungo corridoio divideva gli spazi. A destra c’era un bancone pieno di prebilatezze, dal dolce al salato; gli occhi di Erika si posarono sulle torte dai mille colori, dai gusti diversi; tutte sembravano golosissime. A sinistra tavolini stile vintage si alternavano a piccoli divanetti con soffici, grandi cuscini. La gente sorseggiava caffè, leggeva libri; dava l’impressione di essere un posto molto vissuto. Echeggiavano le note di Piazza grande, che Erika iniziò a canticchiare sorridendo. Quanti ricordi quella canzone, il ritornello per lei significava tanto: “A modo mio, avrei bisogno di carezze anch’io”. Mentre  la cantava tutta una signora abbastanza in carne e dal viso simpatico la stava osservando. Da dietro il bancone le chiese che cosa desiderasse. Lei rispose : “Un caffè e un dolcino”. E si sedette sul divano continuando a guardarsi intorno. C’erano luci soffuse che davano un senso di calore e di accoglienza. Il bar si chiamava “L’angolo del gusto”, come nome le sembrava davvero azzeccato.
Il gusto era presente dappertutto in quel posto, dal cibo agli arredi.
Si sarebbe trovata bene, pensò. Si alzò dal divano e andò dalla signora a presentarsi : “Buongiorno, mi chiamo Erika Salvemini, sono la nuova barista”.
La signora le sorrise e le strinse la mano : “Ben arrivata, mi hanno parlato bene di lei, mi auguro che lavoreremo bene insieme”.
: “ Certo, ne sono sicura.”
: “ Credo dovrei mostrarle come funzionano le nostre macchine e anche il laboratorio. Sa, qui il caffè, il cappuccino, la cioccolata calda, sono cose serie. Devono essere fatte bene per i nostri clienti che sono nostri abituali frequentatori. Io la prendo in prova, le insegnerò i trucchi del mestiere; dal curriculum ho notato che non ha moltissima esperienza in questo campo e io devo essere sempre sicura dei miei dipendenti”.
: “Sono pronta a imparare, e a lavorare sodo”. Erika comprese che sarebbe stato un lavoro faticoso ma non era spaventata all’idea. Aveva bisogno di tenere occupata la mente e lavorare era l’unico modo che aveva per riuscirci.
Passò la mattinata con la signora Ada che le spiegò tutto per filo e per segno. Le insegnò che doveva stare attenta a miscelare bene i chicchi di caffè nella macchinetta, la cremina doveva essere densa e dare la sensazione di calore. : “Chi viene qui”, le spiegava Ada, “ci regala un momento del suo tempo,  si rilassa, ferma la sua corsa, tutto deve perciò essere fatto nel migliore dei modi, perché nessuno pensi di aver sprecato quel momento venendo da noi”.
Erika non l’aveva mai vista in questo modo, lo ammise.
Per lei i bar erano luoghi in cui entrare, fermarsi giusto un attimo e scappare via.
Per molte altre persone, invece, erano luoghi in cui distendere la mente, abbandonare i pensieri per pochi minuti o per mezz’ora, dove ritrovarsi con gli amici per chiacchierare amabilmente di fronte a una cioccolata o un aperitivo.
Da quel momento in poi il bar sarebbe stato anche per lei un luogo tutto nuovo, dove lavorare, vivere, incontrare tanta gente. La vita era appena iniziata per lei e sarebbe stata piena di sorprese.




27 feb 2012

Due vite, un destino

Cinque

Erika

Avanzavo lentamente, come se dovessi entrare in un monastero, o in un museo. Era tutto silenzioso, come se non fossi in città e la cosa non mi dispiaceva affatto. Aprii quella porta col cuore a mille. Certo la casa non era proprio a posto, dovevo ripurirla per bene, magari comprare qualche mobiletto nuovo e dare una riverniciata alle pareti, ma in complesso era bella. Il grande salone era composto da alcuni divani e un tavolino tutto in legno. Sedie ce n’erano solo due ma sarebbero state più che sufficienti. Il bagnetto era carino, tutto a piastrelle blu con uno splendido box doccia. La mia camera aveva una carta da parati che sapeva d’antico ma era davvero splendida, non l’avrei tolta per nulla al mondo. La cosa che più mi colpì però era il letto, tutto in ferro battuto, con intarsi alle spalliere da fine ottocento. Dovevo darmi da fare, questo sarebbe stato il mio nido e dovevo renderlo accogliente, una casa a tutti gli effetti. Mi decisi a uscire per comprare tutto l’occorrente, detersivi e vernici, per dare una prima sistemata. La polvere era dappertutto. Aprii tutte le finestre, per far entrare la tiepida aria autunnale nelle stanze ancora sottosopra. Passai prima per i mobili dove c’erano almeno due dita di sporco. Presi scopa e paletta, dopo aver trovato per caso un grembiule nella cucina piccola ma, per fortuna, attrezzata. La polvere andò via a poco a poco, e già si intravedeva il pavimento, che era beige. Passai poi una bello straccio con il detersivo, per ben due volte. Tutto il pomeriggio trascorse così, per rendere quel luogo vivibile il più possibile. Finii intorno alle sette, con una stanchezza addosso che mi fece accasciare sul divano senza più nemmeno un briciolo di forza. Dovevo mangiare qualcosa, ma il sonno prese il sopravvento. Il viaggio, le emozioni, le pulizie, arrivarono tutte insieme a farsi sentire dentro il mio povero cuore. Caddi in un sonno pesante, che durò fino al giorno dopo.
La tenue luce del mattino entrò dalle finestre illuminando il mio viso. Mi resi conto che avevo dormito addirittura vestita, davvero tanto. Erano le sei del mattino del mio primo giorno a Parma. Il bar dove avrei lavorato si trovava in centro, avevo intenzione di andarci a piedi, almeno per vederlo. Il lavoro sarebbe iniziato pochi giorni dopo. Mi diedi una sistemata, una doccia e dei vestiti presi dalla valigia ancora chiusa. Leggins e magliettina lunga con stivali alti e via, ero pronta.
La passeggiata mi rintemprò, ne avevo bisogno. Il centro non era distante dalla zona dove abitavo e questo mi avrebbe permesso di camminare ogni giorno. Camminare mi aveva sempre rilassato tanto. Mentre camminavo ripensavo a me, alla mia vita, a come tutto stava cambiando velocemente. Fino a pochi anni prima ero ancora una bambina che viveva con la sua mamma, protetta dal mondo esterno. Poi la mamma se ne era andata e con lei era morta una parte di me. Avevamo un rapporto difficile, complicato. Eravamo due donni forti, ma mi rendevo conto solo adesso che la mia forza dipendeva dal fatto che lei era vicino a me.  La mamma col suo esempio mi aveva fatto diventare quella che ero, ma era stato un rapporto sempre al limite della lite. Io volevo delle libertà che lei non era in grado di darmi, perché eravamo povere, dovevamo tirare la cinghia e rinunciare a tante cose ogni giorno. La scuola per me era stata un inferno. Le mie compagne di classe erano tutte carine, tutte vestite bene, io invece dovevo accontentarmi di quello che trovavo nei mercatini dell’usato. Tornavo a casa frustrata e me la prendevo con lei. Le lanciavo addosso delle accuse che non meritava, solo ora lo capivo. Con la sua morte ero cambiata anche io, avevo voluto bruciare ogni tappa e gli errori si erano accumulati, come le relazioni sbagliate, cercavo uomini che mi dessero quello che non avevo mai avuto, un padre anzitutto, e poi soldi. Si volevo quelli, per sentirmi sicura, per non dover vacillare più nel mare della vita che fino ad allora era stata solo sudore e sacrificio. Non mi rendevo conto che avevo bisogno soprattutto d’amore, pensavo ad altro, pensavo che l’amore fosse una favola, non esisteva nella vita reale. Ma dopo la storia disastrosa con Matteo, avevo compreso. Non sapevo cosa voleva dire amare. Presa da tutto il resto, l’amore era passato in secondo piano. Era ora di iniziare un nuovo percorso, non solo di vita, ma anche dentro di me.



24 feb 2012

Due vite, un destino

 Quattro.

Quando il treno si fermò, Erika sentì il suo cuore battere fortissimo. La sua nuova vita stava per iniziare. Per fortuna a Parma aveva una lontana parente, una cugina della madre, che le aveva trovato una camera in affitto e un lavoretto part time in un bar del centro. Mentre camminava, cartina stradale in mano, continuava a pensare al giovane che aveva incontrato sul treno. Le piaceva il suo modo di sorridere, di guardarla, di parlare con lei. Si rendeva conto che non aveva mai conversato così amabilmente con un uomo. La sua vita era stata costellata da uomini  completamente assenti o troppo possessivi, fino all'apice raggiunto con Matteo. Si chiedeva se la sua propensione a uomini sbagliati  dipendesse dal fatto che aveva perduto suo padre troppo presto. Era piccola quando lui era prima andato via casa lasciando lei e sua mamma da sole, per poi morire pochi anni dopo in seguito a un incidente stradale. A sei anni suo padre non c'era già più, cosa poteva ricordare di lui? Quasi nulla e questo le provocava fitte di dolore ancora oggi. Quando aveva provato a parlarne con sua madre, lei si chiudeva in un mutismo che non comprendeva. La sua sofferenza era stata davvero atroce. Crescere una bambina da sola non era stato facile, ma ce l’aveva fatta. Erika era diventata donna. Ora però anche la mamma non c’era più e si sentiva come una barca sbattuta da onde altissime; si reggeva per non perdere completamente l’equilibrio e cadere in acqua. Camminava e pensava a tutto questo fino a che si rese conto che era giunta a destinazione. Osservò la cartina più di una volta. L’indirizzo era giusto. Si guardò intorno forse per la prima volta. Quanto verde! E che ville bellissime! Sembrava una bimba entusiasta che osservava tutto con stupore e meraviglia. Chissà come sarebbe stata la sua nuova casa. Andando avanti pochissimi metri la vide. Era una piccola villa, con un giardino un po’ trascurato. Il tetto era spiovente fatto tutto di mattoncini rossi. Nel giardino c’era anche un dondolo sotto a un gazebo. Ma che meraviglia, pensò, mi godrò tutto questo nelle giornate di primavera, col profumo dei fiori a farmi compagnia mentre con un libro in mano viaggerò verso mondi lontani. In fondo non era tutto sbagliato, pensò ancora. Poteva davvero ricominciare. E sorridendo, si avviò verso il portone.




20 feb 2012

Tre

Antonio.

Continuavo ad ascoltare quella donna con grande attenzione. Mi attirava, ma non capivo cosa ci trovassi in lei. Non era bellissima, anzi, direi normale. I suoi lunghi capelli neri, però, sembravano una cascata che le copriva le spalle facendola apparire una donna d'altri tempi. Sembrava  fuori dal mondo, il suo sguardo si perdeva continuamente, come se vagasse lontano. Mi colpiva il suo coraggio. Aveva abbandonato tutto, la sua terra, il lavoro, per partire, per dare alla sua vita una possibilità. Un'altra cosa in lei mi piaceva tanto. I suoi occhi azzurri. Un azzurro intenso, dentro cui era facile perdersi. Era la classica donna mediterranea ma faceva di tutto per nascondersi, per scoprire solo una minima parte di sè. Sembrava trascurata. Dovevi osservarla attentamente per capire che c'era del fascino in lei. Mentre parlava, ogni tanto abbassava gli occhi, come se si vergognasse di quello che aveva passato, come se si sentisse in colpa. In quei momenti avrei voluto stringerla a me, mentre le dicevo che lei non aveva alcuna colpa dei comportamenti del suo ex. Sembrava una piccola fragile foglia, attaccata al ramo della vita come se non avesse nessun altro appiglio.Mi guardava rossa d'imbarazzo e per la prima volta vedevo lo sguardo di una donna interessata solo ad aprirsi, che non voleva niente da me se non il mio aiuto. Non le interessava il mio corpo, la mia faccia, il mio sedere, o qualunque altra cosa di bello ci fosse in me. Le interessavo io come persona e lo dimostrava anche chiedendomi di me. Voleva sapere di cosa mi occupavo, come trascorrevo il mio tempo. E io raccontavo. Le avevo detto che anch'io avevo lasciato la mia terra, la Sicilia,  tanti anni prima, per andare a vivere a Milano. Che facevo il grafico in una famosa azienda di pubblicità, riuscendo così a realizzare il sogno che avevo fin da bambino; creare immagini, guardare il mondo attraverso il disegno. Così lei mi aveva confessato che avrebbe voluto  diventare illustratrice di storie per bambini. Subito pensai che avrei potuto aiutarla.  Ma non sapevo come. Ci avrei pensato in seguito. Nel frattempo il treno si era fermato e lei era scesa a Parma. Non avevo fatto in tempo nemmeno a chiederle il suo nome, ma sentivo di essere legato a lei, in qualche modo. Lo sentivo e sapevo che ci saremmo ritrovati. 

16 feb 2012

Due vite, un destino

Due.

Erika.

Mi accorsi che avevo proprio bisogno di quello sfogo. Le parole sembravano uscire fuori senza ritegno, senza pudore alcuno. Raccontai a quel giovane sorridente e gentile ogni particolare dei miei ultimi mesi. La disperazione, la voglia di scappare, di fuggire via dalla mia vita inutile e vuota. La mia prigione si chiamava Matteo, l’uomo da cui stavo cercando di allontanarmi il più possibile. Non aveva accettato la fine della nostra storia;  da allora era una continua persecuzione. Me lo ritrovavo sotto casa, al posto di lavoro, dappertutto. Avevo dovuto cambiare il numero di cellulare per i continui sms e le telefonate che giungevano nei momenti più impensati, anche durante la notte. Mi minacciava, diceva che mi avrebbe fatto pagare la sua sofferenza fino all’ultima goccia del mio sangue. Avevo anche provato a denunciarlo, ma con le sue amicizie influenti era riuscito a farmi passare come una pazza visionaria. L’unica cosa che potevo fare a quel punto era andare via. Lasciare la mia città, Matera, la mia terra, tutto. Non ero triste perché, in fondo, non avevo altro a cui essere legata giù. I miei genitori non c’erano più, solo qualche amica che si era dileguata quando avevo chiesto aiuto. Quel peso sullo stomaco, però, c’era e non pareva andarsene via. Sapevo che la mia vita sarebbe cambiata. Avrei dovuto lottare con le mie forze da quel momento in poi. Trovare quel ragazzo sul treno, però,  mi sembrò un segno. Qualcosa di buono poteva ancora succedere. Lui era lì. Non mi sentivo più così sola, potevo condividere le mie pene. Quando il treno si mosse, mi sembrò di perdere il mio appiglio. Cercai di trattenere ancora a lungo quella sensazione di sentirmi di nuovo accettata da qualcuno; sarebbe durata fino alla mia fermata, Parma. Poi non l’avrei più rivisto, lui avrebbe continuato il viaggio fino a Milano. 




14 feb 2012

Due vite, un destino

Uno

Il treno correva veloce, come i suoi pensieri. Era così assorta che non si accorse dello sguardo fisso su di lei. Due occhi la scrutavano, dall'alto in basso, come se non esistesse altro intorno. A un certo punto il treno si fermò, quasi di botto, e lei finalmente girò la testa ma lentamente, quasi come se la brusca frenata non avesse sortito alcun effetto sul suo corpo. I suoi occhi, a quel punto, si posarono su quelli del ragazzo che la osservava da un pò di tempo. Lui, istintivamente, distolse lo sguardo: non voleva che lei pensasse che fosse un tipo invadente. Lei sospirò, un lungo, lunghissimo sospiro, come se dentro al cuore avesse dell'aria pesantissima. Doveva tirarla fuori, fare qualcosa per fermare quel flusso assurdo di sensi di colpa, di fallimento, di rinunce che si portava addosso. Stava per cambiare vita, a questo doveva pensare. E poteva ancora accadere di tutto. Se lo augurava, mentre di fronte a lei quel ragazzo sembrava quasi imbarazzato dalla sua presenza. "Scusami", gli domandò, "Dove siamo?", lui le rispose con evidente sorpresa per quella domanda che non si aspettava :" Quasi a Reggio Emilia, ma non so perchè ci siamo fermati ed è ormai circa mezz'ora che siamo in aperta campagna". "Ho sbagliato a non portare con me un libro, questi minuti sarebbero trascorsi più velocemente", disse lei :"Bè, potremmo far due chiacchiere così ci sembrerà meno faticosa l'attesa", rispose lui e un sorriso gli si stampò correndo da una guancia all'altra. 
:"Ma si, perchè no."  Il viso di lei si distese, quasi rilassandosi. Il treno era ancora fermo. Una voce stava annunciando che, per un guasto al motore, avrebbero dovuto attendere ancora. Lei e lui sorrisero entrambi nello stesso istante. Chissà perchè, quella notizia era un sollievo. Le parole iniziarono a volare da una bocca all'altra, come farfalle.

12 feb 2012

Attendendo la primavera

Pensieri interrotti, il flusso della neve bianca mi circonda, occupa tutto e ingabbia tutto, anche quello che sento. Vorrei uscire, gridare, urlare, tornare alla mia vita di sempre! L'inverno mi blocca, mi fa sentire persa, come se non riuscissi a fare altro che starmene con me stessa, nonostante cerchi sempre il confronto con chiunque, ma ho come l'impressione di essere comunque sola, non so, come se tutto questo bianco imprigionasse la mia parte migliore. Ecco, io attendo la primavera, il caldo, il sole, per tornare a volare!

10 feb 2012

La mia festa, la nostra festa


Quella che Lorenzo ci ha regalato,
mettendoci tutta la sua anima
di uomo speciale.
Quella che io e il mio amore
ci siamo donati,
vivendola intensamente.
Una festa di luci,
di musica, di emozioni,
di gioia pura.
Una festa che rimarrà
impressa dentro di me
per sempre.

31 gen 2012

L'anima a colori

Colorare l'anima
è facile,
basta poco.
Un libro,
una canzone,
il cielo azzurro.
Attorno a noi
tutto può diventare
luce se lo vogliamo.
A volte il mio cuore
è buio,
c'è come un'ombra.
Ma mi basta avvicinarmi
a una sola di queste
emozioni per illuminarlo.

29 gen 2012

Il silenzio dell'amore

Il silenzio
è come un soffio
di vento leggero.
Si insinua
nella mente
di chi lo cerca.
Diventa, però, musica 
nell'incrocio
di due occhi innamorati.
Si trasforma
in sospiri d'amore,
in sussurri di gioia.
L'armonia dell'amore,
modifica il silenzio,
in dolce melodia. 

26 gen 2012

Emozioni dentro me

Musica corre
sul filo dei pensieri,
coccolandomi.
Aria scorre
nelle vene,
chiedendomi vita.
Voglio volere,
voglio volare,
voglio sognare.
Nella mia anima,
sentimenti ed emozioni
si scontrano, battagliando.
E' appena cominciata,
la salita, e non la fermerò,
non voglio.
Con coraggio supererò
ogni paura,
lo devo a me.

23 gen 2012

Come piccola piantina

A volte mi sento come una piccola piantina appena spuntata: Le mie radici non sono ancora abbastanza forti, basterebbe una folata di vento per sradicarle dal terreno. Guardandomi attorno vedo tanti fiori colorati, e mi chiedo se le foglie della mia pianta saranno verdi oppure se cresceranno secche perchè non saranno state innaffiate abbastanza. Come pianticella ho bisogno di sole, di acqua, di luce che mi scalda. E se tutto ciò arriverà, le mie radici cresceranno forti e si pianteranno sul terreno in modo da non volare più via. E darò riparo agli uccellini che si poseranno su di me col loro lieve e delicato canto, o alle farfalle che sbatteranno le loro ali su di me, facendomi il solletico. Così la mia vita continuerà, tra sogno e fantasia, ma anche dolcissima realtà. 

22 gen 2012

L'onda della memoria

La memoria è come una vecchia fotografia. Sbiadisce col tempo, ma è sempre presente dentro di noi, un pò impolverata, ma è lì a ricordarci quello che siamo stati e che siamo diventati grazie a lei. La memoria andrebbe sempre rinfrescata, aprendo le finestre per far entrare l'aria dei ricordi, sopratutto di quelli belli. Mi tornano in mente volti che si son persi per strada; ognuno di loro ha lasciato qualcosa in me, la scia dei momenti vissuti con loro a volte mi accompagna quando, ad esempio, ascolto una determinata canzone, oppure guardo un vecchio film. Poi arriva l'onda, quella che travolge e rende la nostra vita all'improvviso diversa, non so ancora se in bene o in male; la mia l'ha resa fragile, come se avessi bisogno di un appiglio a cui aggrapparmi per non farmici risucchiare dentro. Ma ci sono anche onde buone, sono quelle che io attendo, quelle che ti danno la pace, che ti riempiono il cuore di serenità. Ci sarà anche per me quell'onda, da qualche parte, nel mondo. 

20 gen 2012

Natura in versi.

Foglie nascoste
tra rami cadenti
splendono.

Scendono
come gioiosi petali
su tetre pozzanghere.

Me in versi.

Sono come bimba
giocosa, allegra
amo la vita e i sogni.
Ma sono anche
fragile, 
sommessamente inquieta.
Ho coraggio
ma anche paura
di vivere.
Ho bisogno costante
di emozioni,
di fantasia.
Sono quella che sono,
nel bene,
e nel male. 

19 gen 2012

febbre da fieno o febbre d'amore?


L'amore in tutte le sue forme, dall'ossessione di Frankj per Jude Low, all'incanto tra Matteo e Camilla, provocato da un semplice sguardo, a un vecchio amore che provoca ancora sofferenza allo stesso Matteo, all'amore per il passato che rivive nel negozio vintage in cui tutte queste storie si intrecciano. Un film tenero, delicato, che mi ha emozionato, fatto sorridere e anche lacrimare alla fine. Lo consiglio perchè, oggigiorno, secondo me, abbiamo bisogno di sognare ancora, di pensare a cose belle e positive. Troppe tragedie ci circondano, troppi brutti esempi.E allora perchè non farci trasportare dall'amore, da quello che di bello ci può donare? Buona visione a tutti!!!

17 gen 2012

Passato, presente, futuro.

I ricordi sono come una piccola bomba ad orologeria. Stanno dentro il cuore e quando meno te lo aspetti scoppiano fuori facendoti tornare indietro tra rimpianti e sorrisi. Stamattina il volo del mattino mi ha ricondotto agli anni 80 quando, ancora piccola, sgambettavo sulle canzoni dei Ricchi e poveri, guardavo bim bum bam ed ero cartone dipendente. Crescendo è arrivata l'adolescenza, con le sue crisi per i baci mancati, i ragazzi mai avuti, il mio sentirmi continuamente fuori posto. Ero timidissima, e questo mi ha sempre creato troppi problemi. Ma stavo bene, non avevo le fobie che ho ora, capogiri e paura di affrontare anche le cose minime. Queste sono comparse dopo, con le prime delusioni d'amore, dentro storie in cui mi immergevo totalmente dando tutto di me e poi rimanendoci così male quando finivano da uscirne distrutta. Ora son qui, un amore che dura da cinque anni, paure ancora di risolvere però, perchè mi sento sempre instabile, in equilibrio precario e questo si vede sopratutto fuori, ho bisogno che qualcuno sia sempre accanto a me, che mi prenda di braccio per la pauira di cadere; questo dipende, secondo me, dalla mia prima e fondamentale paura: rimanere sola. Voglio e devo risolvere questo problema, una volta per tutte, per me e per chi mi sta vicino.

14 gen 2012

La bellezza e l'inferno

Il 2012 non è iniziato nel migliore dei modi. Vedo intorno a me troppa violenza, troppa superficialità, fatti come quelli accaduti a Roma e a Milano mi sconvolgono, così come la tragedia accaduta oggi alla Costa Concordia. Mi chiedo se tutto questo ha un senso, se serve a ricordarci di quanto la vita sia preziosa, di quanto dobbiamo rendere grazie a Dio di essere su questa terra ogni giorno, oppure se è un invito a stare più attenti, a non fidarsi di nessuno, a guardarci sempre alle spalle perchè non possiamo sapere quello che ci succederà da qui a cinque minuti. Non so cosa pensare, se non che vedo constantemente insozzare la vita. Guardo questo mondo così grande, mi vedo piccola ma allo stesso tempo so di esserci ancora per una ragione, forse quella di realizzare i miei sogni, nonostante tutto e tutti. E mi auguro di avere sempre la forza e il coraggio necessari per scalare ogni montagna, raggiungere la vetta e osservare la vera bellezza del mondo. 

9 gen 2012

Persone virtuali, incontri reali.

Giornata meravigliosa ieri. Primo incontro tra twitteri qui a Parma, è stato davvero tutto molto bello. Prima il pranzo con Elena e Claudio, mangiando cucina tradizionale emiliana, non prima di un bell'aperitivo al barino, con foto incluse di noi coi bicchieri. E poi la cosa incredibile, ritrovarsi in mezzo a una festa di una ragazza, perchè per me chiamarla signora non le rende giustizia, una ragazza prorompente e piena di vita, in compagnia dei suoi amici e familiari. E' stato come essere tutti a casa, tutti in famiglia, una famiglia speciale e unica. Quando le persone le incontri occhi negli occhi, diventa tutto diverso, speciale. Vi invito, perciò, anche nei vostre TL, a creare queste occasioni, ci sentiamo tutti i giorni, cinguettiamo di tutto e di più, ma vedersi, credetemi, è qualcosa di molto particolare. Ringrazio gli amici che mi hanno permesso di vivere questa bella giornata, che ricorderò a lungo e che spero di ripetere al più presto.

4 gen 2012

Credete nel destino?

Dopo aver visto il film di ieri sera, Serendipity, vi pongo questa domanda: ci credete voi nel destino? Io in parte si, o meglio, credo  che ci siano dei segni che determinano alcune situazioni. Ad esempio, io e il mio amore non ci saremmo mai incontrati senza un'amica in comune che avevamo allora e senza il nostro blog, non ci saremmo sentiti, eravamo lontani e non avremmo avuto modo di incrociare le nostre esistenze. Però poi i segni bisogna coglierli e farne tesoro. Siamo sempre noi che determiniamo la nostra vita, al di là dei segnali, del fato o destino che sia. E' però bello credere che, dall'alto, ci sia qualcuno che gestisce i fili delle varie anime  per far si che tutto converga al loro avvicinamento. Il mio augurio è che riusciamo sempre ad andare oltre quello che ci succede, per interpretare nel modo giusto ogni piccolo accadimento. Non ci fermiamo all'apparenza, e viviamo pensando sempre che siamo noi gli artefici del nostro destino!!!

3 gen 2012

Anno nuovo

Il 2012 è arrivato. Questo fantomatico anno definito da tutti un pò sfigato per via della famosa profezia dei Maya, e anche perchè bisesto, è qui da pochi giorni e per quanto mi riguarda, ha già rotto. Insomma il mio anno non è iniziato benissimo, due epistassi, anzi tre, nel giro di poche ore, e ho avuto un sacco di paura. Il mio amore era vicino a me la prima volta, come si è spaventato, ma è stato così dolce poi averlo vicino dopo, che cosa grande amarsi così, che fortuna che ho. Davvero, mi rendo conto che vivere un grande amore riempie il cuore, la vita, ogni giorno e specialmente nei momenti difficili. Ora va meglio, la paura e la stanchezza ancora un pò ci sono, ma voglio essere ottimista, pensare positivo, per ogni situazione c'è un perchè, ogni cosa che viviamo non accade per caso, anche ciò che è successo deve servire a rendere la mia vita migliore, ad apprezzarla di più. Vi auguro un 2012 fantastico, che sia però incentrato sulle cose vere e importanti della vita, la salute prima di tutto, perchè è essenziale stare bene per godersi tutto il resto. Buon 2012 a tutti!!! Alla faccia dei Maya!!!!