15 apr 2012

Esercizi di scrittura. Descrizione di un personaggio.

Giulia era una donna come tante. Solo 38 anni ma si sentiva già vecchia quando si osservava allo specchio e intravedeva le prime rughe che segnavano il contorno occhi e quelle borse che ogni mattina diventavano più grandi. Il viso tirato, quasi mai sereno, contribuiva poi a dare alla sua persona un'aria stanca e trasandata. Chissà da quanto tempo non andava dal parrucchiere. I capelli le incorniciavano il viso in maniera scomposta e disordinata. Li avrebbe voluti lisci come seta ma col tempo si erano trasformati ed erano diventati mossi senza un vero senso, come la sua vita.Un matrimonio, fallito, ma a cui restava aggrappata per paura. Fallito perchè senza amore, dal primo giorno. Si chiedeva ancora perchè avesse sposato quell'uomo, perchè ci aveva concepito anche una figlia. Perchè ogni notte subiva la violenza fisica nel suo stesso letto, quando avrebbe dovuto solo scappare, andare via. La sua mente cominciava a non dare più segni di lucidità. Faceva cose assurde, solo perchè dominata da un'ansia tremenda. Metteva il sale nel caffè, si vestiva spesso in modo ordinario, con calzettoni che avrebbero fatto paura a qualsiasi uomo l'avrebbe incontrata per strada. Cappotti lunghi, che le coprivano le cosce che iniziavano a ingrossarsi di cellulite, pantaloni da mercato e maglie sformate completavano un look da sessantenne. La sua paura di essere in qualche modo ammirata dagli uomini la portava a vivere in questo modo. La sua non era vita, se lo ripeteva ogni giorno. E quella mattina, dopo l'ennesima notte di violenza, aumentata dall'afa insopportabile, nonostante fosse già fine settembre, Giulia, osservandosi allo specchio, si disse che era ora di dire basta. Non sapeva ancora come ma quella vita doveva finire. 

3 commenti:

  1. È chiaro che voglio leggere anche tutto il resto! Ah, e quando sarai famosa voglio l'autografo e la dedica!

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  2. ahaha tesoro non esageriamo, però l'ho già riscritto più volte questo pezzo...poi te lo farò leggere in privatissimo:-)

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  3. Ritratto di una donna, quasi mia coetanea, una donna vera, di cui si sentono, quasi si toccano fisicamente, le angosce, le paure, le incertezze, le tremende insicurezze.
    Una donna come tutte noi siamo, anche quando siamo o ci sforziamo di essere sicure di noi stesse, del nostro aspetto, della nostra realtà.

    Perchè lo spettro atroce del disamore è sempre in agguato per noi, con il devastante effetto di demolizione del sè che ha in ogni donna, anche quella che pare la più forte, indistruttibile.

    La forma del racconto, non pare, ma è assai più difficile della forma poetica. Ci vuole coraggio, e certezza dei propri mezzi. È così facile altrimenti scivolare nello sdato, nel dejavu, nel banale, nel compitino oppure nel gergale.
    Tanto è vero che io stessa, che sento tanto l'urgenza di esprimermi, come sai, ancora non sono riuscita a produrre nulla che fosse degno - secondo me - di essere diffuso.
    Tu cara invece ci riesci, ci riesci bene, con la spontaneità felice della mamma che racconta la fiaba alla figlioletta. Spontaneità anche questa radicata in millenni del nostro essere donne.
    Ti seguirò sempre, con interesse mia cara.

    Marianna Piani

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