24 feb 2012

Due vite, un destino

 Quattro.

Quando il treno si fermò, Erika sentì il suo cuore battere fortissimo. La sua nuova vita stava per iniziare. Per fortuna a Parma aveva una lontana parente, una cugina della madre, che le aveva trovato una camera in affitto e un lavoretto part time in un bar del centro. Mentre camminava, cartina stradale in mano, continuava a pensare al giovane che aveva incontrato sul treno. Le piaceva il suo modo di sorridere, di guardarla, di parlare con lei. Si rendeva conto che non aveva mai conversato così amabilmente con un uomo. La sua vita era stata costellata da uomini  completamente assenti o troppo possessivi, fino all'apice raggiunto con Matteo. Si chiedeva se la sua propensione a uomini sbagliati  dipendesse dal fatto che aveva perduto suo padre troppo presto. Era piccola quando lui era prima andato via casa lasciando lei e sua mamma da sole, per poi morire pochi anni dopo in seguito a un incidente stradale. A sei anni suo padre non c'era già più, cosa poteva ricordare di lui? Quasi nulla e questo le provocava fitte di dolore ancora oggi. Quando aveva provato a parlarne con sua madre, lei si chiudeva in un mutismo che non comprendeva. La sua sofferenza era stata davvero atroce. Crescere una bambina da sola non era stato facile, ma ce l’aveva fatta. Erika era diventata donna. Ora però anche la mamma non c’era più e si sentiva come una barca sbattuta da onde altissime; si reggeva per non perdere completamente l’equilibrio e cadere in acqua. Camminava e pensava a tutto questo fino a che si rese conto che era giunta a destinazione. Osservò la cartina più di una volta. L’indirizzo era giusto. Si guardò intorno forse per la prima volta. Quanto verde! E che ville bellissime! Sembrava una bimba entusiasta che osservava tutto con stupore e meraviglia. Chissà come sarebbe stata la sua nuova casa. Andando avanti pochissimi metri la vide. Era una piccola villa, con un giardino un po’ trascurato. Il tetto era spiovente fatto tutto di mattoncini rossi. Nel giardino c’era anche un dondolo sotto a un gazebo. Ma che meraviglia, pensò, mi godrò tutto questo nelle giornate di primavera, col profumo dei fiori a farmi compagnia mentre con un libro in mano viaggerò verso mondi lontani. In fondo non era tutto sbagliato, pensò ancora. Poteva davvero ricominciare. E sorridendo, si avviò verso il portone.




3 commenti:

  1. Propongo di sostituire questo appuntamento con i capitoli della tua storia con uno di quei reality per il riciclaggio dei vip scaduti che ci propinano in TV! Vuoi mettere il guadagno in qualità?

    Olivia

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  2. ahah tesoro tu mi vuoi troppo bene...grazie questo è un bellissimo complimento:-)

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  3. Tifo per Erika, è speciale. E' una personcina entusiasta della vita e le basta poco per essere felice. Quindi si merita molto. Magari un nuovo incontro con il ragazzo sul treno e sarà allora: serendipity, ovvero "felice coincidenza" in italiano. Mi piace moltissimo questa parola e mi ricorda un bel film.
    Buon fine settimana! Baci ^_^

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