6 ago 2012

Viaggio dentro me



La notte è appena cominciata. Di solito passa parecchio tempo prima che riesca ad addormentarmi e così vago nei pensieri. Pensieri belli e brutti, di ogni tipo, si affollano tutti insieme e sembra che vogliano fare a pugni tra loro, come dei pugili durante un incontro. Chiudo gli occhi, e ascolto il mio cuore. Come un tamburo lo sento battere dentro il petto, non sono regolari i suoi ritmi, lo sento. E respiro, respiro lentamente, con calma. Mi siedo a gambe incrociate, lascio che le sensazioni scorrano in me, come vortici. Mi sento afferrare le braccia. Vedo uno strano personaggio; con gambe umane e ali d’aliante questo individuo mi prende e mi conduce con sé. Vuole farmi vedere il mondo dall’alto, da un'altra prospettiva.
Io lo seguo, fiduciosa ma anche intimorita. “Ho i capogiri, le vertigini”, continuo a pensare. Ma, allo stesso tempo, è come se questo strano personaggio abbia su di me un potere rilassante. La sua presenza mi tranquillizza. So che vedrò cose meravigliose da lassù. Salendo sento l’aria sul viso ma è come se non riuscissi a respirarla. Mi viene sbattuta in faccia e ogni tanto tendo a chiudere gli occhi perché è come ricevere tanti schiaffi. “Magari mi ci vogliono anche questi”, penso.
L’animale, o umano, o non so come definirlo, mi fa scendere su un monte molto alto. Ho paura, non voglio rimanere lì da sola. Lo supplico quasi di rimanere lì con me. E lui mi risponde, quasi seccato : “Oh su non fare la bambina, io ti lascio qui, ti è necessaria questa solitudine lo capisci?”; no, non lo capivo. Io non ci stavo bene da sola, o meglio, si ci stavo bene ma in quel luogo desolato, distante da tutto il resto, mi sentivo perduta, senza alcun appoggio. Lui mi sorrise e mi disse ancora: “Abbi fiducia in te stessa, sei più forte di quanto credi”. Io sapevo di esserlo ma non ne ero pienamente convinta. Avevo sempre una sorta di paura, di terrore quasi.
Terrore, ma di cosa? Continuavo a pensarci, a scervellarmi costantemente senza riuscire a capire. Assurdo quello che mi stava capitando. Ma anche bello. Devo solo cogliere il senso di tutto questo. E osservando la vallata sottostante quell’alto monte dove ero seduta, piena di colline verdeggianti, di alberi rigogliosi, chiusi lentamente gli occhi. Avevo bisogno di rilassarmi, di non pensare più a nulla.


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